Parliamo delle legge 194 tornata alla ribalta per una omelia, spettacolarizzata e trasformata in comizio, nel maceratese nell’ultima domenica di ottobre e della quale ho scritto, per il movimento di impegno civile Dipende da Noi a questo link e che ha creato polemiche e posizioni contrapposte.

Parliamo di legge 194 nella diretta facebook programmata per le ore 19 di mercoledì 11 novembre presentato in questo post per ribadire INDIETRO NON SI TORNA, APPLICARE LA LEGGE 194.

La legge 194 è stata approvata nel 1978 quando avevo 16 anni e ricordo distintamente i dibatti e gli incontri, spesso accesi, ai quali ufficialmente partecipavano sia mia madre che la mia sorella maggiore e nei quali mi intrufolavo.

Mia madre insegnava all’Istituto Tecnico Femminile ed è madre di quattro figlie, tutti i giorni era a contatto con noi e con ragazze, per lo più dei paesi vicini, che studiavano “economia domestica” e per cui questo diploma rappresentava il viatico per il matrimonio.

Mia sorella Chiara era già maggiorenne, molto attiva politicamente, e collaborava con la sezione AIED della nostra città nel lavoro di consultorio e affiancamento delle donne.

Ma la legge 194 ha rappresentato la conclusione di un decennio d’impegno e di lotte per l’emancipazione femminile, per ridare diritti e visibilità alle donne.

È del 1970 la legge 898 che introduce in Italia il divorzio e che è stata poi, nel 1974, oggetto di referendum nel tentativo delle forze conservatrici di abrogarla.

La mancata abrogazione della legge 898 ha consentito, nel 1975, l’approvazione della legge 151 che ha rivisto il diritto di famiglia restituendo dignità a tutte le donne che, prima di allora, con il matrimonio perdevano il loro cognome e non avevano podestà sui figli ne sull’amministrazione dei beni.

La legge 194, nel 1978, è stato l’ultimo tassello di riconoscimento – in quegli anni – dell’autodeterminazione della donna depenalizzando l’interruzione volontaria di gravidanza e dando nuovo impulso ai consultori che avrebbero dovuto sostenere le donne nei percorsi alla procreazione consapevole.

La legge 194 è rimasta in gran parte disattesa e viene messa in discussione da chi cerca da chi vorrebbe farci tornare indietro di oltre quarant’anni.

Vi aspetto live mercoledì 11 novembre alle ore 19 sulla pagina facebook del movimento di impegno civile Dipende da Noi con:

  • Agnese Santarelli, avvocata, che farà un quadro normativo di riferimento
  • Loredana Galano, attivista, che farà un quadro sullo stato attuativo della 194 e il valore socio-politico della legge
  • padre Alberto Maggi, teologo, che interverrò circa l’uso politico della religione
  • Simona Lisi, artista, che – attraverso l’arte – ci lancerà segnali sul sentire delle donne
  • Fiammetta Quintabà, psicoterapeuta, che parlerà della sessualità delle donne ed esperienza dell’aborto