Una nuova colata di cemento su Ascoli Piceno. Anzi, almeno tre, così come si può evincere dai recenti comunicati diramati dall’amministrazione comunale. Lotta allo spopolamento, edilizia innovativa e altri concetti son stati buttati giù alla rinfusa nel tentativo vano di comunicare chissà quali grandi risultati siano stati raggiunti ma che invece non riescono a mascherare la pochezza di queste operazioni: quali interessi pubblici sono stati perseguiti tramite queste nuove realizzazioni?

Una risposta a quella domanda il movimento Dipende da Noi ce l’ha, e penso sia la stessa che si diano tutte quelle persone che hanno a cuore il benessere di Ascoli e dei suoi abitanti.

Nei vari articoli che ho letto nei giorni scorsi si parla di “strade spianate a nuovi insediamenti in 5 aree” nell’area compresa tra la stazione e la sede dell’ACI per nuove attività commerciali di medie dimensioni con i relativi nuovi parcheggi e aree verdi decantate come nuove dotazioni per la città ma che saranno a servizio quasi esclusivo di quelle strutture (che non sarebbero oltretutto un “regalo” ma da realizzare per legge), mentre l’ulteriore intensificazione dei flussi veicolari ricadrà sulle spalle di quella zona e dei suoi residenti. Ma mi chiedo: è stata mai fatta un’analisi della struttura commerciale della città? I nuovi insediamenti nascono da proposte fatte dai soggetti privati o dall’analisi dei bisogni dei cittadini? Di questo, nelle mirabolanti descrizioni uscite sulla stampa non vi è traccia…

Un altro insediamento commerciale è previsto di fronte all’ospedale Mazzoni, sul quale è possibile porre la stessa domanda: quale interesse si persegue con questa scelta? La realizzazione del sovrappasso pedonale e la realizzazione degli alloggi popolari sembrano l’ennesimo piatto di lenticchie con cui l’investitore privato risarcisce la collettività degli ingenti guadagni che incasserebbe tramite la realizzazione della nuova struttura commerciale.

E arriviamo, infine, alle nuove lottizzazioni residenziali con la previsione di alloggi per 125 nuovi abitanti da insediare, per contrastare lo spopolamento di cui Ascoli Piceno sta soffrendo.

Ma mi chiedo, ancora: ad Ascoli Piceno mancano le case o quelle che mancano sono le opportunità di lavoro? L’occupazione che si creerebbe tramite queste nuove strutture commerciali che tipo di lavoro sarebbe? E i danni in termini occupazionali agli esercizi commerciali esistenti verranno assorbiti dalle nuove strutture?

Le domande che mi faccio saranno, per qualcuno, delle domande retoriche. Probabilmente lo saranno per gli amministratori di Ascoli, da cui non mi aspetto delle risposte. Con il movimento Dipende da Noi siamo, invece, interessati a discuterne tra cittadini, provando a lanciare questi spunti per una riflessione più ampia che riesca a realizzare una città aperta e funzionale per tutti i suoi abitanti.

La città ed il territorio che abitiamo non sono risorse da spremere come limoni (e il cui succo prima o poi terminerà) ma elementi di cui prenderci cura perché presi in prestito alle future generazioni. Su questa idea stiamo provando a promuovere una nuova modalità di gestione della cosa pubblica diametralmente opposta a quella portata avanti dall’attuale amministrazione cittadina: speriamo che l’imperativo “Dipende da Noi” diventi uno slogan fondante della Ascoli di domani.

Paola Petrucci, cittadina di Ascoli Piceno e candidata al consiglio regionale per il movimento di impegno civile Dipende da Noi