Erano tutti migranti economici i 262 minatori (di cui 136 italiani) che l’8 agosto 1956 sono morti nella miniera di Marcinelle (Belgio).
Le condizioni di lavoro non erano delle migliori ma la paga, almeno, era adeguata e compensava la distanza da casa in un momento di grande crisi e necessità di lavoro.
Dal dopoguerra alla fine degli anni sessanta, l’Italia ha subito circa 7 milioni di espatri, in prevalenza uomini che partivano alla ricerca di un sostentamento economico che si spostavano prevalentemente verso l’Europa del nord in cerca di lavoro, che mandavano le rimesse a casa e che in quei territori hanno maturato pensioni che poi hanno riscosso. In precedenza molti Itaiani sono emigrati in America e da li non sono tornati.
In alcuni casi le famiglie li raggiungevano all’estero mentre altri, invece, sono tornati in Italia dopo aver raccolto il necessario per sostentare la famiglia ed avviare un’attività.
In italia si respirava, malgrado e difficoltà economiche legate al periodo post bellico, aria di libertà e la voglia di riorganizzaarsi, l’emigrazione era esclusivamente per motivi economici.
Negli ultimi dieci anni (tra il 2006 e il 2017) sono emigrati circa 1.867mila italiani infatti, secondo l’AIRE (Anagrafe degli Italiani Residenti all’Estero) il numero di cittadini italiani che risiedono fuori dall’Italia è passato dai 3.106.251 del 2006 ai 4.973.942 del 2017, con un incremento pari al 60,1%.
Sono connazionali, uomini e donne, che sono alla ricerca di un’occupazione, ancora italiani migranti economici e che, ancora una volta, si spostano verso il nord dell’Euroa o verso l’America.
Attualmente, in Italia, arrivano dal sud del mondo, tante personene disperate che scappano da guerre e torture ed infatti ottengonolo status di rifugiati mentre altri – di dice più chi dice meno – sono alla ricerca di un lavoro…sono migranti eonomici esattamente come gli Italiani di ieri e di oggi…