In questi giorni, complice la crescita delle “destre” in Europa mi sono imbattuta in diverse considerazioni sul potere, di destra e di sinistra, e sul ruolo delle donne – di potere – a destra e a sinistra.
Ribadisco con forza, come ho già scritto qui che il potere non ha una connotazione di genere ma assume connotazioni diverse in base al suo esercizio.
Premetto che stabilire delle gerarchie e dare un ordine alle cose deve avere come finalità un’organizzazione efficace ed efficiente capate di rispondere prontamente e con risultato al mandato ricevuto: è su questo che si basano le diverse teorie organizzative ed i conseguenti modelli adottabili.
Nel linguaggio comune si usa il termine potere (dal dizionario: facoltà di fare, secondo la propria volontà) mentre bisognerebbe parlare di leadership, di stili di leadership, ossia delle modalità con cui si “esercita il potere”.
Gli stili di leadership sono molteplici e sono stati declinati e studiati nel tempo fino alla definizione della “leadership situazionale” ossia di quello stile che, interpretando ambiente e platea, agisce tenendone conto individuando la modalità che sembra migliore per ciascuna situazione.
Certamente la caratteristica principale di un leader è il carisma e una fortissima determinazione viene data dal carattere e dai valori di riferimento.
Proprio sui valori di riferimento possiamo fare delle riflessioni e delle distinzioni perché è vero che maschi e femmine hanno spesso una scala di valori e di priorità che non sempre sono coincidenti.
Altrettanto non coincidono valori e priorità nelle diverse dottrine, sia politiche che religiose e, quindi, possiamo parlare di differenze nella “gestione del potere” quando questo avviene a destra o a sinistra.
Non voglio banalizzare il concetto e, tanto meno, addentrarmi in dissertazioni che non mi competono e lascio a storiografi e studiosi della materia.
Propongo, però, una riflessione sui modelli di “gestione del potere” che abbiamo occasione di osservare nel panorama politico ed economico, particolarmente in quello nazionale ed europeo.
Che differenza di stile notiamo?
La distinzione, allora, è di genere o di valori di riferimento?