A età marzo scrivevo questo post “per un figlio…” ed ora sono ancora più basita e preoccupata.
La mia preoccupazione va oltre e mi fa pensare che non abbiamo capito niente e che, soprattutto, non stiamo insegnando.
Mi spiego e, per farlo, v’invito a leggere questa notizia apparsa oggi su “il Resto del Carlino online” alla cronaca di Ascoli Piceno, la città in cui vivo e che, più di ogni altra vorrei fosse migliore!
La notizia non di un compito suggerito o compito, la notizia è che chi suggerisce il compito non solo è la madre ma, anche e soprattutto, una docente della scuola, della stessa scuola in cui si svolgono gli esami.
Cosa avrà mai pensato questa donna nel compiere un tale gesto?
Come pensa di poter essere una testimone per suo figlio e per i figli che le sono affidati a scuola?
Qual’è il messaggio?
Educare (dal latino: fuori e duco condurre) significa guidare fuori, sviluppare e affinare con l’insegnamento.
L’educazione non è l’insegnamento che forgia e foggia, di sapore ottocentesco: l’educazione trae dalla persona ciò che ha da sviluppare di autentico, di proprio.
L’educato è chi conosce il valore delle cose nella propria vita, chi è in grado di esprimersi nel riguardo di questo valore – non secondo leggi esterne imposte, ma secondo leggi morali e culturali che con l’educazione hanno iniziato a respirare scaturendo dal profondo della persona, espressioni del bambino che maturano conoscendo il mondo, espressioni dell’adolescente che inizia a fare i conti con sé stesso e con gli altri, espressioni dell’uomo capace di apprendere ed asserire.
A cosa stava educando quella madre che, per lavoro, deve educare?!?
Questo fatto che mi sconcerta, ma non più di tanto!
Quando lavoravo in un negozio di foto, arrivavano un sacco di mamme (e qualche papà) a fare fotocopie rimpicciolite per i loro “bambini” in vista di esami e concorsi . . . e gli insegnanti erano un buon numero. Già allora ci chiedevamo come un insegnante potesse accettare e incoraggiare queste pratiche . . . oltre a quelli che venivano a fare fotocopie per preparara (conto terzi) tesi e tesine per l’Università! 😉
Ciao, Fior
Questo fatto mi sconcerta, ma non più di tanto!
Quando lavoravo in un negozio di foto, arrivavano un sacco di mamme (e qualche papà) a fare fotocopie rimpicciolite per i loro “bambini” in vista di esami e concorsi . . . e gli insegnanti erano un buon numero. Già allora ci chiedevamo come un insegnante potesse accettare e incoraggiare queste pratiche . . . oltre a quelli che venivano a fare fotocopie per preparara (conto terzi) tesi e tesine per l’Università!
Ciao, Fior