Questo mio scritto, invece, è stato pubblicato sul n. 4/2015 della rivista quindicinale La Vita Picena con cui ho delle collaborazioni.

“Mi ricordo le polemiche e l’intervento che feci in proposito nell’estate del 2012 quando iniziarono a trapelare le prime indiscrezioni sull’uscita di un nuovo episodio del videogioco Tomb Raider con protagonista la ventunenne Lara Croft, archeologa che affronta mille avventure alla ricerca di segreti e tesori nascosti.

All’epoca i produttori ipotizzavano per la protagonista anche l‘esperienza di uno stupro che poi, nell’episodio uscito a marzo 2013, fu ricondotto a molestie fisiche a sfondo sessuale e portò il gioco, primo tra quelli della lunga saga, a ricevere il rating M (Mature: vietato ai minori) dall’Entertainment Software Rating Board.

In quella occasione scrissi che era “stato annunciato un caso di molestie/violenza sessuale ai danni di una lavoratrice” fe riflettevo sul fatto che, trattandosi di un videogioco, il reato si sarebbe potuto consumare in un qualsiasi territorio, città, abitazione, ma certamente non nella mia, ritenendo io di appartenere alla categoria dei genitori attenti.

Fin dal 1997 negli Stati Uniti è stato prodotto un gioco, GrandTheft Auto, noto come GTA arrivato alla quinta serie con livelli di vendite da capogiro; un gioco considerato dagli esperti “tecnicamente un capolavoro, per la verosimiglianza delle situazioni e la modalità di ripresa in soggettiva” in cui ci si immedesima totalmente nel protagonista: un criminale che si muove in una città e che, per guadagnare soldi e farsi una reputazione, si scontra con i criminali e le gang rivali portando a compimento rapine, furti d’auto, trasporto di droga, il tutto condito con uccisioni e sparatori.

Da poco nei negozi è disponibile GTA5 in versione per PS4 e Xbox che presenta un’inedita modalità in prima persona con una prospettiva differente: tutti i crimini e le attività previste dal gioco sono più coinvolgenti e con una grafica più realistica.

Ovviamente GTA5 è ideato per essere giocato online interagendo con altri giocatori che sono altrettante persone reali che, in qualsiasi altro posto del mondo, armeggiano con la loro consolle.

Questo realismo stravolge completamente il modo di giocare, perché consente una totale immedesimazione nel personaggio che ha a disposizione situazioni ancora più violente e sessualmente esplicite: si può rubare, torturare, uccidere e interagire con prostitute e stripper guardando il tutto con gli occhi del personaggio scelto.

Il tutto con un comparto sonoro, particolarmente esplicito anche durante le scene sessuali.

Una delle scene più popolari è questa: carichi in macchina una prostituta, scegli quale “servizio” farti fare, da 50, 70 e 100 dollari e, dopo il pagamento del compenso pattuito, la donna si allontana a piedi ma in GTA non può finire così, infatti il protagonista la inquadra nello specchietto retrovisore, accelera e la investe ripetutamente. Poi scende dall’auto, la vede in una pozza di sangue e le dà fuoco e, nonostante sia già morta da un pezzo, le scarica addosso una sventagliata con un mitra, il tutto con una crudeltà da lasciare senza fiato.

E lo chiamano gioco!

Certamente la vendita è consigliata ai maggiorenni, ma sono moltissimi gli adolescenti che utilizzano GTA (che poi a 18 anni si è ancora adolescenti) con la complicità di negozianti e di genitori poco accorti.

Sul tavolo del Presidente del Consiglio Matteo Renzi è arrivata, in questi giorni una lettera che la vicepresidente della Commissione Cultura della Camera, la scienziata Ilaria Capua, scrive a nome dei rappresentanti di tutti i gruppi parlamentari, vi si parla – senza un esplicito riferimento ad un singolo gioco – di uno scandalo di sesso, bugie e videogame che non avviene nei palazzi, ma si consuma tutti i giorni in milioni di case.

Stiamo insegnando la violenza ai nostri figli, tutti i giorni, elle nostre case e non ce ne accorgiamo…”

La Vita Picena, n. 4/2015