Ed eccomi all’appuntamento settimanale con le mie personalissime recensioni e nuovamente alle prese con il libro, Giustizia. La testimonianza di un magistrato, scritto da un amico corredato da una bellissima dedica.

Comincio con il raccontarvi che la mia amicizia con Vito D’Ambrosio è nata per sbaglio…era la mattina del 14 marzo 2020 (il 14 marzo era il compleanno di mio nonno, un giorno che ricordo sempre insieme ai due giorni precedenti…ma questa è un’altra storia) quando rispondo in automatico ad uno dei tanti messaggi arrivati alla pagina facebook di Dipende da Noi.

Questa volta non era una richiesta ma un’offerta di collaborazione a cui ho risposto “grazie infinite per la tua disponibilità, dicci cosa puoi fare” e poco dopo la proposta “scrivere qualche riflessione” e il mio improvviso accorgermi di chi era l’interlocutore…

Diventando viola (ma per fortuna non era una video chat) ho realizzato con chi stavo interagendo e, rimanendo nel vago, ho risposto “Grazie! Considerata la tua grande esperienza sarebbe molto utile e gradita” e, intanto, lo contatto dal mio profilo scusandomi per la gaffe.

Stavo intragendo con il Magistrato che avevo ammirato e con il Presidente della Regione che avevo votato convintamente prima di un lungo periodo di oblio e non me ne ero accorta subito…

Grazie al movimento sono iniziate le frequentazioni e ho scoperto una persona meravigliosa, colta e determinata nel portare avanti i valori veri e con cui ho costruito un bellissimo rapporto.

Leggere il suo libro è stato come ascoltare i suoi racconti appassionati e scoprire nelle note a margine dei dettagli che sono manicigni.

Il libro è un efficace e sintetico scritto che parla della crisi della giustizia in termini semplici e chiari senza esprimere giudizi affrettati e con continui e solidi riferimenti alla realtà, un libro che allarga le coscienze.

Una sola osservazione voglio farla al titolo, io avrei scritto Magistrato, con la M maiuscola.