Parità di trattamento tra uomini e donne in materia di lavoro è il titolo della Legge n. 903 del 9 dicembre 1977 con cui lo stato italiano inizia a legiferare sulla parità di genere nei luoghi di lavoro.
Per chi si occupa di lavoro ed in particolare delle tematiche di genere ad esso connesse come le Consigliere di Parità è la primaria legge di riferimento.
Al primo articolo è scritto “E’ vietata qualsiasi discriminazione fondata sul sesso per quanto riguarda l’accesso al lavoro…con qualsiasi (altra) forma pubblicitaria che indichi come requisito professionale l’appartenenza all’uno o all’altro sesso“.
Eppure, ancora oggi dopo oltre 40 anni, c’è chi dimentica questo principio fondante e si vedono annunci di lavoro che si rivolgono solo a donne o solo ad uomini presupponendo che le mansioni lavorative abbiano una caratterizzazione di genere.
Le statistiche ci dicono che le donne cominciano ad affacciarsi alle professioni tradizionalmente considerate maschili ma, purtroppo, sono ancora pochi gli uomini che scelgono professioni considerate tipicamente maschili.
Il problema continua ad essere di tipo culturale ma un primo passo su cui è necessario insistere è il rispetto delle norme esistenti.
Le Consigliere di Parità, nominate dal Ministero del Lavoro e pubblici ufficiali nell’esercizio delle loro funzioni, operano in accordo con gli Ispettorati Territoriali del Lavoro che, su segnalazione, intervengono tempestivamente a controllare e sanzionare le aziende manchevoli.
Per qualsiasi informazione e chiarimento ricordo che, per la Regione Marche e anche per la Provincia di Ascoli Piceno, sono io a svolgere il ruolo di Consigliera di Parità.
È incredibile che nel 2019 ancora si debbano precisare certi elementari concetti di civiltà, ma capisco che l’ottusita Regna sovrana anche e soprattutto fra le nuove generazioni!