Nell’ultima settimana ho dovuto affrontare tre situazioni, nelle Marche, in cui è lo Stato – e per esso delle PA – che discrimina e non rispetta le leggi nazionali.

Ma se sono gli Amministratori pubblici, che hanno tra i loro compiti anche quello di far rispettare le Leggi italiane, cosa può mi pensare il cittadino?

Cosa possono pensare le cittadine che si vedono non rispettate dallo Stato?

Mi riferisco a tre questioni di mia competenza nel ruolo di Consigliera di Paritàper la Regione Marche (per comprendere meglio del ruolo v’invito a leggere qui) ma potrebbero essercene purtroppo anche altre che non mi sono state segnalate e che non conosco.

Andiamo ai fatti in ordine di scadeenza temporale:

Lunedì 12 febbraio la Regione Marche cha ompletato la nomina del Consiglio dI Indirizzo e Valutazione in seno all’ INRCA e, malgrado il DPR 251/2012 l’organismo risulta composto da tutti uomini senza rispettare gli equilibri imposti dalla Legge che garantisconola presenza di almeno 1/3 dei genere meno rappresentato (1/3 di 8 = 2,66 quindi, seondo la Legge la composizione deve essere di 5 + 3).
La competenza di queste nomine è stabilita dall’ art. 4 della L.R. 21/2006:

  • il/la Presidente scelto/a dal Presidente della Regione Marche di concerto con il Ministero della Salute
  • n. 4 componenti nominati/e dal Consiglio della Regione Marche
  • n. 1 componente nominato/a dalla Regione Lombardia
  • n. 1 componente nominato/a dalla Regione Calabria
  • n. 1 componente nominato/a dalla Ministero della Salute

Questa l’azione iniziata dalla Consigliera di Parità per la Regione Marche.

Mercoledì 14 febbraio sono scaduti i termini del Piano di rimozione redatto dal Sindaco di Porto San Giorgio che, entro tale termine, s’impegnava a nominare un’Assessora in sostituzione di un uomo al fine di rispettare il prescritto equilibrio di genere della Giunta.

Tanto clamore mediatico, interviste e telefnatee da più parti, ma dall’Amministrazioen Comunale nessun segnale malgrado la comunicazione inviata precedentemente alla scadenza.

Dopo una doverosa tolleranza la pratica passerà nelle mani del legale.

Domenica 18 febbraio sono scaduti i termini del Piano di rimozione redatto dal Sindaco di Civitanova Marche che, esattamente cone il collega di Porto San Giorgio, s’impegnava a nominare un’Assessora in sostituzione di un uomo al fine di rispettare il prescritto equilibrio di genere della Giunta.

In questo caso nessun movimento mediatico ma una risposta vergognosa da parte dell’Amministrazione Comunale che era stata sollecitata e che ha chiesto una proroga del Piano dimostrando di non aver affatto compreso la Legge ed il ruolo ed alla quale ho risposto oggi confermando la posizione che non è mia ma della Legge.

Anche in questo caso, dopo una doverosa tolleranza, la pratica passerà al legale.

Ovviamente tutto questo ha, come scenario, un silenzio assordante da parte della Regione Marche alla richiesta urgente per la calendarizzazione della proposta di Legge sulla doppia preferenza di genere che, più che un diritto è un dovere di Amministratori ed Amministratrici.

Cosa mi rammarica di più? Trovarmi costretta a spendere risorse pubbliche per ricordare ad Amministrazioni pubbliche chee devono rispettare le Leggi dello Stato, un paradosso!