Quando mio figlio era piccolo gli ho spiegato che l’amore ha tante forme e che è un sentimento che mai si divide e sempre si moltiplica.

Da qualche giorno, alla vigilia del primo anno dall’approvazione della Legge sulle unioni civili, si cominciano a leggere articoli che riportano numeri e statistiche come se i diritti possano essere misurabili…

Senza tenere conto che un progetto d’amore si corona nel tempo e chi ha esperienza di matrimonio sa che, se vuoi festeggiare in grande, c’è bisogno di tempo per prenotare gli spazi ed organizzare degnamente tutto.

Ma non è di questo che voglio parlare, ci sono riflessioni che ho già fatto (e tenute per me) alla promulgazione della legge n. 76 del 20 maggio 2016 che ora sento l’urgenza di esternare.

Partiamo dal confronto tra di articoli di legge:

Articolo 143 del Codice Civile 

“Con il matrimonio il marito e la moglie acquistano gli stessi diritti e assumono i medesimi doveri. Dal matrimonio deriva l’obbligo reciproco alla fedeltà, all’assistenza morale e materiale, alla collaborazione nell’interesse della famiglia e alla coabitazione. Entrambi i coniugi sono tenuti, ciascuno in relazione alle proprie sostanze e alla propria capacità di lavoro professionale o casalingo, a contribuire ai bisogni della famiglia.”

Articolo 11 della Legge n. 76/2016

“Con la costituzione dell’unione civile tra persone dello stesso sesso le parti acquistano gli stessi diritti e assumono i medesimi doveri; dall’unione civile deriva l’obbligo reciproco all’assistenza morale e materiale e alla coabitazione. Entrambe le parti sono tenute, ciascuna in relazione alle proprie sostanze e alla propria capacità di lavoro professionale e casalingo, a contribuire ai bisogni comuni.”

Due testi molto simili ma con una particolarità: per le unioni civili manca l’obbligo alla fedeltà che,invece, è previsto per i matrimoni…

Non si tratta di una svista ma di una scelta consapevole e frutto di un compromesso che, a mio avviso, la dice lunga sulle precomprensioni e sulla chiusura culturale.

Questa differenza implica che nel matrimonio l’infedeltà è elemento per la chiusura, anche con addebito, del vincolo mentre nelle unioni civili l’infedeltà è considerata un’opzione che fa parte del rapporto stesso.

La fedeltà ha senso come risposta dono incondizionato tra due persone che, quindi, si amano: non esiste fedeltà senza amore.

Quindi, cosa significa differenziare i matrimoni dalle unioni civili?

Si vuole forse intendere che i matrimoni avvengono solo in presenza di AMORE mentre ciò non è necessario per una unione civile!?!

Georg Büchner diceva “cosa prometterti se non quello che nella parola amore è già implicito: fedeltà?” sostenendo che i due aspetti, amore e fedeltà, sono strettamente correlati ed inscindibili.

Diceva Oscar Wilde “la fedeltà è per la vita sentimentale ciò che la coerenza è per la vita intellettuale: semplicemente la confessione di un fallimento.”

Vuol dire che i matrimoni non possono/devono fallire mentre le unioni civili, per definizione, sono destinate a fallire/finire in partenza?!?

Paul Carvel sostiene che “la fedeltà si ha quando l’amore è più forte dell’istinto”.

Vogliamo, dunque, intendere che le coppie omosessuali sono basate sull’istinto?!?

Questi pensieri mi sono venuti un anno fa, nella convinzione che, invece, chi decide di costruire una famiglia lo fa sulla base di un unico sentimento, sulla base dell’AMORE.

Sono convinta che molte coppie “tradizionali” hanno perso, per abitudine e routine il vero senso dell’AMORE mentre conosco tante coppie “alternative” che testimoniano ogni giorno, con determinazione, il loro AMORE profondo e vero.

Sono convinta che, a molti, la forza di alcuni fa paura perché evidenzia le loro debolezze…per questo c’è CHI HA PAURA DEGLI AMORI